Storia di una copertina #chemimportachetufaccialabrava

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Ormai è noto, anche perchè non ne ho fatto mistero, sto per pubblicare un libro (cos’è che augurava Dante ai superbi? Un masso sulla schiena? O quello era Obelix?). Il titolo è un verso di Baudelaire che mi sembrava si addicesse benissimo alla protagonista, preso da Madrigal Triste: “Che m’importa che tu faccia la brava. Sii bella. E sii triste.“. Consigliommi mio fratello, il vero spacciatore di spunti geniali in famiglia. Ma non è di questo che volevo parlare. In realtà volevo raccontare della genesi della copertina.

Intanto, per chi non avesse capito, si tratta di una bustina di tè. Giorgia, la protagonista del mio romanzo, è un’appassionata di e ha tutta una sua filosofia sul tè, cosa che per altro condivido. E quando ho visto il progetto “363 giorni di tè” di Ruby Silvious, un’artista spettacolare di origini filippine che abita a New York, ho avuto un’illuminazione. Così posseduta dal demone Facciacomeilculo per me alquanto sconosciuto  – ma tant’è che ho persino scritto un libro e quindi direi che nell’ultimo periodo ci si frequenti abbastanza – ho cercato il suo indirizzo email e le ho scritto (l’originale era in inglese, cioè nel mio inglese e diceva, o meglio, avrebbe voluto dire più o meno così):

Gentile Ruby

sono una giovane “scrittrice” italiana, un’amante del tè come lei e mi sono innamorata del suo progetto “363 giorni di tè”. Lei crede sia possibile usare una delle sue bustine per la copertina del mio primo libro in uscita a giugno?

In attesa di sue le auguro una buona giornata.

Morena

Sono passati venti minuti dal mio invio e dal suo iPhone, Ruby, (che se sapesse che il suo nome e il suo cognome insieme a noi italiani ricordano un periodo piuttosto oscuro del nostro Paese) mi scrive:

Ciao Morena!

I would love it if you used my art on your book cover – as long as you include the appropriate credit. Which one in particular are you thinking of using?

Thanks for your interest in my art.

Best,
Ruby

Vi risparmio il carteggio successivo dove ci siamo dichiarate amore reciproco e dove ci siamo invitate alle presentazioni dei nostri rispettivi libri, ma subito, dopo quella prima risposta, ho pensato, forse a volte nella vita basta solo chiedere.

 

 

 

 

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