Mamma ma perchè respiriamo?
Amore, per vivere e per annusare il mondo.
Ma respira solo il naso?
No, respira tutto il corpo.
Anche le mani?
Viaggi nella fantasia della realtà.
Mamma ma perchè respiriamo?
Amore, per vivere e per annusare il mondo.
Ma respira solo il naso?
No, respira tutto il corpo.
Anche le mani?
Ho assaggiato il nero e non mi piace. Ho indossato calzini spaiati e ho cercato di calpestare la vostra mediocrità. Ma voi siete briciole per la mia rabbia. Non la potete saziare. Il giallo accende la follia. E io con il giallo vi voglio seppellire, voi manica di pusillanimi becchini che pensate di uccidere la mia immaginazione coi vostri divieti, che credete di ingabbiarmi con i vostri NO e mi nascondete i pennelli.
Lei era semplice, di quella semplicità che fa subito eleganza. Era però anche determinata, se si metteva in testa di raggiungere qualcosa, lo faceva. Paziente, meticolosa, a tratti irruente. Sapeva che anche solo una goccia poteva fare la differenza, per far traboccare un vaso, per far nascere l’arcobaleno o addirittura per bucare la pietra. Era l’acqua.
La chiamavano nelle ore più strane e per le faccende più bizzarre. Il più delle volte erano coppie che stavano per lasciarsi. Qualche volta erano studenti nel periodo degli esami o semplicemente alle interrogazioni. I più difficili erano quelli che stavano per perdere il lavoro, mentre i più leggeri i concorrenti dei quiz televisivi. Insomma, dove c’era un minimo rischio di “caduta”, eccola che veniva invocata lei: la seconda possibilità.