Ho assaggiato il nero e non mi piace. Ho indossato calzini spaiati e ho cercato di calpestare la vostra mediocrità. Ma voi siete briciole per la mia rabbia. Non la potete saziare. Il giallo accende la follia. E io con il giallo vi voglio seppellire, voi manica di pusillanimi becchini che pensate di uccidere la mia immaginazione coi vostri divieti, che credete di ingabbiarmi con i vostri NO e mi nascondete i pennelli.
Io vi coprirò di giallo. Di giallo e di vita con le mie mani. E vi verrò a cercare di notte dentro agli occhi di un lupo famelico. Vi stanerò dai vostri solai dove archiviate la noia e riempite i cassetti di sogni che non avete mai avuto. Non vi lascerò più bere la mia verità, non vi permetterò di incistarvi nelle mie viscere per farmi spegnere piano piano. Da dentro. Di nascosto. Per poi dare la colpa a me.
Io sono il giallo. E vi disintegrerò, voi e il vostro rigore da anime micragnose. Per cosa vi risparmiate poi? Chi credete di comprare arrivati al gran finale? Toglietevi dalla mia strada. Fatevi da parte esercito di inutili burocrati dell’emozione. La vostra ansia di catalogare persone e comportamenti e la vostra chirurgia delle passioni, mi hanno davvero stancato. Tutta la vostra retta esistenza non vale un minuto di ogni mio singolo disorientamento emotivo. Io sono il giallo e sono felice d’essere pazzo. Ritiratevi, non avete più scampo. E ridatemi i pennelli.