Lei era semplice, di quella semplicità che fa subito eleganza. Era però anche determinata, se si metteva in testa di raggiungere qualcosa, lo faceva. Paziente, meticolosa, a tratti irruente. Sapeva che anche solo una goccia poteva fare la differenza, per far traboccare un vaso, per far nascere l’arcobaleno o addirittura per bucare la pietra. Era l’acqua.
Di tipi come lui non ne aveva mai incontrati. Anzi, erano loro che le stavano alla larga di solito. Lui era impulsivo, passionale, spesso sconsiderato ma molto attraente. Il disordine era la sua forza, creativo e allo stesso tempo distruttivo. Non era facile stargli vicino se non la pensavi come lui. Era il fuoco.
Un giorno per caso si incontrarono, si innamorarono e non furono più gli stessi. Il fuoco sapeva che per lui il rischio era molto alto se lasciava entrare l’acqua troppo nella sua vita. Così come l’acqua sapeva che farsi travolgere da quella calda potenza poteva costarle caro. Entrambi cercavano di trasformare l’altro, imponendo la propria natura, col solo risultato di spegnere o di far volare via. Sembrava non esserci speranza per il loro futuro, finché un giorno non si incontrarono nella locomotiva di un treno a vapore.
Vicini, ma ognuno al proprio posto. Indispensabili senza prevaricazione. Consapevoli che l’amore trasforma sì, ma non per annientarsi l’uno nell’altra. Piuttosto per cominciare un viaggio da alimentare insieme.