“È comodo fare l’amico un giorno al mese”, si ripeteva Darky riferendosi al fratello Moony. Sono capaci tutti di vivere di luce riflessa e dimenticarsi che se non fosse per il Sole anche lui sarebbe al buio.
Sono fasi le diceva sempre quel vanitoso sconsiderato per giustificarsi. Per poi venire a fare la lagna a ogni luna nuova. “Mi dai una mano che non ci vedo? Ma tu non hai freddo? Mi racconti una storia che ho paura?”. L’aver puntato tutto sull’immagine a lungo andare gli aveva dato alla testa. Si era dimenticato di essere intriso di oscurità anche lui fino all’ultimo cratere. Darky invece aveva sempre fatto della sostanza il suo punto di forza vivendo con serenità il fatto di vivere nell’ombra, di essere il lato oscuro.
E poi, da quando i Pink Floyd gli avevano dedicato un intero album, aveva avuto la conferma che per farsi notare non era sempre necessario stare sotto i riflettori. Se arrivava lo sconforto pensava alla frase di Walt Disney “tutti i sogni possono diventare realtà se solo abbiamo il coraggio di inseguirli” e proseguiva per la sua strada. Quando Moony cominciava con i suoi deliri di onnipotenza ed elencava tutte le cose cui presiedeva nel mondo umano, dal far nascere bambini a far crescere cavoli, dal far miagolare amanti e ululare lupi, Darky faceva spallucce e sorrideva all’infinito universo che gli si apriva innanzi, orgoglioso che il suo orizzonte non fosse limitato al solo pianeta Terra.