Giornata di malinconia, di quelle dove leggi la frase di Philip Roth da “La macchia umana” e ti ci riconosci più di sempre.
“In quanta stupidità dobbiamo calarci per giungere alla nostra meta, quali sconfinati errori bisogna saper commettere!! Se qualcuno te lo dicesse prima, quanti errori dovrai fare, tu diresti no, mi spiace, è impossibile, trovatevi qualcun altro; io sono troppo furbo per fare tutti quegli errori. E loro direbbero, noi abbiamo fede, non preoccuparti, e tu diresti no, niente da fare, avete bisogno di uno molto più coglione di me, ma loro ripeterebbero che hanno fede in te, che tu ti trasformerai in un coglione colossale mettendoci un impegno che neanche ti immagini, che farai sbagli di una grandezza che neanche te li sogni……. perchè è l’unico modo di giungere alla meta.”
Poi per farti ancora più male vai a vedere vecchie mail, quelle dei primi appuntamenti, dei primi slanci di passione, dei primi ti amo. Ma non sei ancora contenta, allora ti ascolti la canzone che solo qualche mese fa hai scritto per Andare oltre si può pensando a lui e che lui ha musicato e cantato per te. E ti rendi conto che di giallo si può davvero impazzire, così ridi-mensioni.
La luce incontra la materia e nascono i colori
Quando il mondo incontra un uomo si aprono due strade
Una porta al sole e l’altra ad una lacrima
Quando ho incontrato te ho visto pioggia e libertà.
Binari colorati han scritto il cielo m’è venuta voglia di partire
Tutto è diventato blu e leggerezza, sinestesia di un viaggio d’amore.
Once I was a rainbow e non me lo ricordavo più
Once I was a rainbow me l’hai ricordato tu
Siamo sempre e solo noi e respiriamo con lo stesso colore.
La prima volta che ho assaggiato una lacrima ancora lo ricordo
Quel leggero gusto salato catturato all’angolo della bocca
Mi si è stampato nel cervello
Quanti punti interrogativi ad uncinare l’anima da allora.
Quante volte quel sapore è arrivato fino al cuore
E sempre lì in quella goccia salata ho visto poi l’arcobaleno.
Once I was a rainbow e non me lo ricordavo più
Once I was a rainbow poi sei arrivata tu
Siamo sempre e solo noi e sentiamo con lo stesso colore.
Certi giorni guardo il sole e cerco l’ombra dei miei anni
Poi un raggio mi colpisce e comincio a lacrimare
Tutta colpa delle frequenze inganno della luce
Di giallo si può impazzire, chiedetelo a Van Gogh.
Il blu non basta mai, come i NO che fanno liberi
ed il rosso dentro ai Sì accoglie al varco i miei ritorni.
Once I was a rainbow e non me lo ricordavo più
Once I was a rainbow me l’hai ricordato tu
Siamo sempre e solo noi e viviamo dello stesso colore.